martedì 10 dicembre 2013

Il canto del Bastione Saint Remy

L'eco dei piccioni risuona basso,
a ripetizione,
sino a sfumare in lontananza
o
ritornare,
al secondo, terzo giro di volo,
con richiami malinconici.
La brezza dell'inverno, pizzica mani, e visi scoperti.
Sono le dieci del mattino.
il fiato corto,
ancora ansante,
dopo la stancante scalinata in marmo bianco 
che porta sul Bastione.
La piazza è semi deserta,
ospitata, a tratti , dalle aiuole circolari che racchiudono le palme,
ornate da pietre
e delineate da panchine in ferro,
[sono panchine ricche di pensieri]
dove sono seduta, immersa nel silenzio della città.
Quel silenzio di voci lontane, e traffico felpato che circonda il "Saint Remy".
Quel silenzio un pò smosso dal fruscio delle foglie .
Quel silenzio di un cane che uggiola, o si struscia nella panchina, facendola vibrare e suonare.
Quel silenzio di un rintocco, di campana rinsavita.
é un silenzio che suona, quello del bastione.
Mi chiedo se qualcuno ogni tanto, si ferma, ad ascoltare questa musica, o è una bellezza che solo una "paesana" riesce a contemplare, essendo distaccata, dalla frenesia della città, o semplicemente, non essendo di città. Così che ... mi emoziona il signore che intaglia il legno, le movenze dell'artista di strada che, magicamente, da vita, ad un'oggetto inanimato, o il ragazzo che disegna, effigiando creatività.
Vedete che la magia esiste?
[le dita mi si raggelano mentre scrivo con una bic rossa senza tappo]
Ogni tanto un fascio di luce si affaccia, lasciando un piacevole alone caldo sulle mani.
é un bagliore sempre più intenso, il pavimento brilla al suo tocco. 
[Il cielo si rasserena]
Non mi sono ancora affacciata per godermi il panorama, ma lo immagino, oltre il muretto della terrazza ... le lingue delle vie che serpeggiano in ogni direzione, contornate da sequele di palazzi, case e alberi ornamentali; tetti e giardini, i fumi dei caminetti accesi che si mescolano nell'aria, e il mare ...il pensiero viaggia seguendo il punto in cui l'acqua si fonde al cielo, e il senso d'infinito ci invade rendendoci illimitati in spazi e tempi che la natura ci dona senza chiederci nulla in cambio ...
Ecco, mi piace, osservare i passanti che ammirano queste meraviglie, immortalandole con il cellulare. I loro occhi ...  l'iride si illumina, la pupilla di contrae e di dilata seguendo emozioni ...

La luce ora è intensa, le ombre degli oggetti sono più chiare e tinteggiano i pavimenti con prolungamenti di pali, alberi, panchine e passanti. Tutto è orchestrale, nel silenzio del bastione.

Peccano, non fotografare questo momento,
non possiedo un cellulare adatto.
Ma possiedo una penna
e un foglio
e posso fotografare questo momento
con parole e fonemi.





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asophia intona