“Nulla è andato perso” a Capu
Mannu
Tra i banchi vitrei delle rocce
e le insenature del mare
ormeggiano vallate variopinte
L'eco del Mana riverbera fiero.
Un Mana fluido, eterogeneo,
ansima tra piante e animali
e semina il cammino dello spirito.
-Tea-
Un mana ricco di armonie e flussi di tempo, in suoni che ancora
echeggiano nelle anime, persone, astanti, che ieri sera, 14 luglio, sono state testimoni
del concerto di Gianni Marrocolo dedicato a Claudio Rocchi.
Un viaggio, si può dire, la parola VIAGGIO viene usata in molti contesti.
Viaggio come cammino, percorso, nascita, movimento, morte, crescita,
resurrezione e corruzione in senso strettamente metafisico. Il Viaggio a Capu
mannu era tutto questo.
La musica, sempre lei, la Moira che equilibra gli eventi.
E i fonemi, l’insieme dei suoni che formano parole, i significati e
significanti dei testi.
Ensamble d’eccezione, non credo ci siano parole adatte per spiegare l’unicità
del concerto, e la bravura dei musicisti, Gianni Maroccolo, caposaldo, ci
racconta le sue storie, la sua storia, ripercorrendo, rivisitando – ecco il
VIAGGIO- riesplorando radici, vissuto e intimità grazie a un collettivo di
musicisti impeccabili e umani che hanno reso proprie queste storie.
L’interpretazione della voce Andrea Chimenti, un recital di emozioni, le
parole, chiare, precise, temi di umanità, analisi sociali, stati d’animo, introspezione,
fiati sospesi, per una narrazione seria profonda, ma chiara e lineare per
tutti. Le sonorità, effettistiche degli altri musicisti, un intreccio di fili
perfetto, Antonio Aiazzi, Simone Filippi, e Beppe Brotto tessevano l’antico
telaio della musica con bellissime trame. E a proposito di Beppe Brotto ricordiamo
il progetto Lumen con Claudia Vincenzi che ci ha donato movimenti orientali e un
intro al concerto magico e surreale, nonché un “intreccio” nel concerto di
Maroccolo del tutto innovativo, la tampura delle volte sembrava quasi un suono
di chitarra elettrica, distorta e intrigante.
E non meno importante, in mezzo a questo TUTTO, l’odore della salsedine,
il riverbero del mare, lo sciabordio delle onde sulla scogliera di Capu Mannu,
trasportava voci, le voci del mare, che accompagnavano il concerto, forse anche
la voce lontana di Claudio Rocchi, innamorato di questa terra magica, misteriosa
e creativa, cantava insieme alla band, insieme alla terra da lui tanto amata.
Una nota di merito va anche ai musicisti sardi che hanno aperto il
concerto, dapprima il cantautore Andrea Andrillo, che ci ha “donato” le sue
storie come anime che vibrano intense narrazioni, e il chitarrista compositore
Marco Lais, ancora una volta lasciandoci senza fiato con il S’Ard in Blues e le
sue musiche.
Perché NULLA è ANDATO PERSO….
Grazie all'organizzatore Lello del Vita per le sue Visioni rese reali e tangibili.
TEA SALIS
è poi c'ero anche io su quel palco, breve momento di lettura,
e piacevole sensazione di libertà
è poi c'ero anche io su quel palco, breve momento di lettura,
e piacevole sensazione di libertà
Bello, grazie
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