"I primi bagliori del bel tempo si affacciano sulle
strade del paese, il levante pettina affettuosamente le
campagne lasciando soffici onde calde sulla terra;
non è un vento fastidioso come quello pungente del
maestrale, anzi, sembra quasi che le piante lo avessero
atteso dopo giorni di pioggia e nuvole ingrugnate.
La terra si spacca avvizzita e tra le rughe della sua
pelle escono le zecche piene di ingordigia."
Questo estratto del Quartiere Benvenuti, pensate, è nato, dieci anni fa. in quel periodo vivevamo in affitto in una casa in campagna distante circa due kilometri dal centro abitato, vicino al mare, nel mio paese natale. Quelle spaccature di un agosto ventilato dal levante, in quel momento fu l'ispirazione di questo libro.
Da allora quel soffio di vento al sapore di salsedine mi ha trascinato nei meandri del quartiere, avvicendandomi sempre più nella trama, un riflesso di esperienze, di angosce e desideri perpetuato nel tempo.
Tante vesti, tante modifiche, tanti consigli, revisioni, lavoro. Nacque come racconto prima di infittirsi in un vero e proprio romanzo che oggi prende le sembianze di Quartiere Benvenuti
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